Autodichiarazione di incapacità di intendere, ma non di volere (intendere)

Ormai il comportamento si è reso esplicito: quando visito spazi museali o gallerie d’arte e mi imbatto in un corpus di opere che tutto lascia presupporre siano importanti opere d’arte e non riesco a percepire autonomamente questa grandezza, inizio a fotografarle.

foto di eloj - opere esposte di Carrol
foto di eloj – opere esposte di Carrol

Scompongo e ricompongo, unisco più opere tra loro, le metto in relazione con gli spazi e gli elementi presenti nell’ambiente espositivo fino a farmele piacere. Insomma rivisito quelle opere e così facendo entro in contatto più stretto con loro, nella speranza, forse, di poterne cogliere l’intrinseco valore.

foto di eloj - opere esposte di Carrol
foto di eloj – opere esposte di Carrol

 

foto di eloj - opera esposta di Carrol - estintore
foto di eloj – opera esposta di Carrol

Questa volta è il caso di Lawrence Carrol, un artista australiano che ho visto al MAMBO (Museo di Arte Moderna di Bologna). Poiché non lo conoscevo, mi sono fatto spiegare da una ragazza addetta all’accoglienza quali fossero le prerogative di questo artista, se ci fosse un tema dominante sviluppato nelle sue opere; insomma ho cercato di procurarmi in fretta e furia delle chiavi di accesso per almeno comporendere a livello razionale il lavoro dell’artista.

foto di eloj - opere esposte di Carrol
foto di eloj – opere esposte di Carrol

 

foto di eloj - opere esposte di Carrol
foto di eloj – opere esposte di Carrol

I materiali utilizzati sono pannelli in legno, tavole e oggetti di recupero, quindi materiale povero, di scarto; questo potrebbe avere, mi si dice, dei legami psicologici col padre dell’artista, abile restauratore.

Quei pannelli di legno, lacerati e rattoppati con materiali di recupero, potrebbero simboleggiare le ferite del corpo, che vengono curate e rimarginate lasciando sempre leggere tracce sulla nostra pelle, una sorta di indelebile racconto autobiografico; il bianco potrebbe rappresentare una sorta di ripartenza, di candore anche mentale forse, scevro da pregiudizi e preconcetti e, azzardo io, facendo un volo pindarico non privo di rischi, forse tutto ciò allude ad una sorta di pietas, di attenzione ai deboli e agli emarginati, ma anche all’ipocrisia dell’uomo che spesso copre o nasconde le proprie imperfezioni mostrando una faccia pulita e candida, oppure esprimere la condizione del nostro pianeta terra, mortificato da speculazioni e sfruttamento delle risorse in nome di un autodichiarato candido progresso del quale ci illudiamo far parte come esseri umani.

foto di eloj - opere esposte di Carrol
foto di eloj – opere esposte di Carrol

Molti continuano a ritenere che l’arte contemporanea possa essere compresa in modo intuitivo, perché il linguaggio dell’Arte si dice, è universale.
Io non sono di questa opinione e credo che l’arte moderna ma più in generale tutta l’arte, possa essere compresa soltanto attraverso una conoscenza approfondita dei contesti, dei protagonisti, e di tutto quanto possa fornirci delle chiavi di accesso che ci consentano di capire.

Solo dopo aver capito, secondo me, è possibile lasciarsi andare e godere pienamente di un opera d’arte.